mercoledì 17 aprile 2013

Una leggenda lettone... La Rosa di Turaida


Il castello di Turaida è uno dei più famosi della Lettonia ed è celebre per una leggenda, detta la Rosa di Turaida.
La leggenda narra che nel 1601, in seguito ad una battaglia ai piedi della fortezza, lo scrivano del castello, uscito alla ricerca di sopravvissuti, trovò una neonata tra le braccia della madre morta. Lo scrivano la prese con sé e la allevò come una figlia, dandole il nome Maja. Divenuta ragazza, Maja venne presto soprannominata la Rosa di Turaida, per via della sua bellezza. Ella si innamorò di Viktor, il giovane giardiniere del castello di Sigulda.

Un giorno d'autunno del 1620,  Maja fu attirata in una trappola dal perfido Adam Jakubowsky, un
nobile polacco che voleva averla come moglie. Jakubowsky fece recapitare alla ragazza una lettera falsa in cui Viktor le dava appuntamento presso una grotta nei dintorni del castello; quando, ormai sul luogo, si accorse del pericolo, Maja chiese di essere lasciata in pace in cambio del suo scialle magico che garantiva l'invulnerabilità. Ella lo sfidò a mettere alla prova i poteri dello stesso. Il polacco sguainò la spada e decapitò la ragazza, che ebbe così salvo l'onore.

Quando seppe della tragedia, Viktor seppellì la propria amata, piantò un tiglio sulla sua tomba e lasciò il paese per sempre. Ricordando la leggenda, ancora oggi i giovani sposi si recano a Turaida a posare fiori sulla tomba della Rosa di Turaida.

Portogallo... Fai chicchirichì con noi!

Siamo andati in Portogallo e vogliamo narrarvi una leggenda molto interessante sul simbolo di questo paese: il gallo. Narra la leggenda che un pellegrino portoghese, forse un mercante, diretto a Santiago di Compostela, giunto nella cittadina di Barcellona per trascorrere la notte in una locanda, sia stato ingiustamente accusato dall’oste di un crimine che non aveva commesso. Alcune cronache parlano di furto, altre di omicidio. Comunque sia, tutte riferiscono della condanna alla pena capitale dello sventurato. Senza alibi e con tutte le circostanze contro, a nulla valsero le sue proteste d'innocenza.
Dopo aver implorato l'aiuto di San Giacomo ed essersi affidato alla Divina Provvidenza, l'uomo chiese, come ultimo desiderio, di essere portato davanti ad un giudice; davanti al magistrato, seduto ad una tavola riccamente imbandita, con un grosso gallo arrosto al centro, il condannato proclamò nuovamente la sua innocenza. Rivolto al Cielo, affermò che a sostegno delle sue affermazioni, il gallo si sarebbe sollevato ed avrebbe cominciato a cantare. Le reazioni delle persone presenti furono di presa in giro e di derisione, però, immediatamente si soffocarono all'avverarsi del fenomeno. Il gallo balzò su e con un sonoro chicchirichì salvò la vita del povero pellegrino.
Da allora il simpatico bipede è diventato simbolo del Portogallo. Esemplari di ceramica colorata di varie dimensioni sono in vendita in tutti i negozi di souvenirs del Paese